Tutte le donne che desiderano una gravidanza hanno bisogno del progesterone, ormone che aiuta l’ovulo fecondato ad essere impiantato bene nell’utero. Il progesterone svolge pertanto un ruolo importante nel trattamento dell’infertilità. 

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Cos’è e a cosa serve il progesterone?

Il Progesterone è un ormone essenziale per la donna, viene prodotto dal follicolo ovarico dopo l’ovulazione quando diventa corpo luteo e serve principalmente a rendere  l’endometrio recettivo all’embrione che vi si deve impiantare ed a mantenerlo tale per sostenere successivamente la gravidanza.

L’assenza o carenza di progesterone non consente l’impianto dell’embrione. Livelli insufficienti di questo ormone possono provocare aborto spontaneo.

Se la fecondazione non si verifica, il livello ormonale diminuisce e inizia un altro ciclo mestruale.

Se il concepimento ha luogo, l’ovaio continua a produrre progesterone per prevenire la perdita dell’embrione e intorno alle 8-10 settimane, la placenta inizia a produrlo per tutto il resto della gravidanza.

Quando misurare i livelli di progesterone?

Circa sette giorni dopo l’ovulazione la misura del progesterone nel sangue ci può indicare che l’ovulazione è avvenuta e se il corpo luteo ne sta producendo abbastanza.

Normalmente i valori nel sangue in questa fase sono approssimativamente compresi tra 10 e 20 ng/ml ma in gravidanza raggiungono livelli maggiori.

Prima dell’ovulazione devono essere invece < 1 ng/ml.

Quando i livelli nel ciclo mestruale sono troppo bassi bisogna anzitutto capire bene il perché mediante l’anamnesi ed una serie di altri esami come l’ecografia e la misura di altri ormoni.

Solo dopo si potranno immaginare terapie adeguate che possono essere di vari tipi e non solo la somministrazione di progesterone in varie forme.

Progesterone e PMA

Il progesterone viene utilizzato anche nella procreazione assistita per favorire lo sviluppo dell’embrione e prevenire gli aborti spontanei.

Nella PMA il progesterone continua ad essere sempre molto importante ma assume valori e significati diversi rispetto a quello che vediamo nel ciclo naturale. Anzitutto perché in genere i follicoli ed i corpi lutei che si formano sono più di uno.

Inoltre è importante distinguere tra la fase di stimolazione ovarica che precede il pick up e quella successiva al transfer.

Non bisogna confondere queste due fasi perché nella prima non deve superare certi livelli e nella seconda invece non deve essere troppo basso.

Progesterone: come influisce nel processo di stimolazione e transfer?

Durante la stimolazione, è necessario misurare più volte il progesterone per sapere se questo tende ad aumentare ed evitare di ritrovarsi con un livello troppo alto.

Questa misurazione deve essere effettuata tutti i giorni se necessario, anche il sabato e la domenica, in quanto ci consente una migliore personalizzazione della terapia e di anticipare eventualmente il pick up.

Non possiamo infatti chiederci come mai ci sia stato un fallimento se prima non sono stati valutati tutti i fattori che potrebbero averlo provocato.

A volte si preferisce crioconservare gli embrioni che si formano in quel ciclo ed il transfer si farebbe in un altro ciclo senza stimolazione.

Purtroppo si è visto da numerose ricerche che il progesterone troppo alto durante la stimolazione può ridurre anche la qualità degli ovociti e degli embrioni che si formano. Pertanto quelli crioconservati che si trasferiscono successivamente possono avere un potenziale ridotto perché derivano dal precedente ciclo di stimolazione in cui il progesterone era troppo alto.

Perché è importante misurare il livello di progesterone?

Ancora una volta vengono pubblicate osservazioni che riguardano l’importanza di valutare i livelli di progesterone prima del pick up

Questi dati provengono da tantissimi studi già prima del 2010 ed in particolare da uno studio cinese su ben 42.468 cicli di PMA! 

Viene anche evidenziato sugli ovociti il ruolo negativo esercitato da una precoce salita del progesterone che faceva ridurre la maturità ovocitaria, la percentuale di fecondazione, il numero degli embrioni formati e poi giunti a blastocisti, la loro qualità, la percentuale di gravidanze, impianto e di nati.

Gli articoli scientifici sull’argomento che confermano queste conclusioni ormai sono tantissimi, ma quello che impressiona è il numero dei cicli che hanno costituito questo studio. 

Per intenderci: quello che per primo aveva notato il danno del progesterone troppo elevato sull’endometrio aveva preso in considerazione circa 4.000 cicli, che è un numero elevato. 

Questo lavoro è sicuramente il più numeroso perché riguarda in particolare gli ovociti e gli embrioni, ma anche in qualche modo l’endometrio in quanto si valuta la percentuale di impianto. 

Questi risultati sono importanti nella pratica perché ci dicono anche che se il progesterone è troppo alto (>1,5ng/ml) potrebbe essere inutile crioconservare gli ovociti o gli embrioni di quel ciclo. 

Naturalmente queste osservazioni non dicono che non ci sarebbero gravidanze ma che le percentuali potrebbero essere significativamente ridotte. 

Dunque, concludono i ricercatori, è bene misurare il progesterone durante la stimolazione e specialmente il giorno dell’HCG (Gonasi o Ovitrelle) e fare di tutto per non far aumentare troppo questo ormone.

Personalizzazione delle terapie

Ci sono varie metodiche utilizzabili per non far crescere troppo il progesterone ed a Biofertility vengono messe in atto tutte.

Abbiamo visto, così, che nella nostra casistica ormai i cicli  in cui si verifica un aumento eccessivo del progesterone sono davvero rari ed in quel caso sospendiamo la stimolazione per riprenderla in un altro ciclo con un protocollo diverso.

Quando arrivano alla nostra osservazione coppie con uno o più insuccessi alle spalle non possiamo rispondere bene alla giusta domanda sulle cause degli insuccessi se nei precedenti tentativi non erano stati misurati e valutati tutti i fattori che potrebbero averlo provocato inclusi i livelli di progesterone nel sangue.

Un’altra importante valutazione sul progesterone si fa dopo il transfer misurando i suoi livelli per verificare che non siano troppo bassi. Noi lo facciamo più volte perché è possibile che il progesterone somministrato arrivi in scarse quantità nel sangue forse perché mal assorbito. In questi casi è bene somministrarne di più. Non è possibile al momento dare certezze sui livelli minimi necessari anche perché variano da caso a caso.

Quando si fa un transfer da embrioni crioconservati alcuni lavori scientifici riportano un valore minimo di 9 ng/ml

Tutto quello che abbiamo scritto è un ottimo esempio di  personalizzazione delle terapie che un centro di qualità dovrebbe sempre assicurare per ottenere buoni risultati proprio perché le coppie non sono tutte uguali.